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Ardore

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Ardore

Ardore, non ci manca più nulla
ma siamo così stanchi che non
riusciamo a chiudere occhio
e restiamo affacciati al portone
della notte con il nostro universo
di chiavi che non aprono il buio.

Ardore, la nostra attenzione
la vendiamo ogni giorno
ai pusher delle sinapsi
agli scafisti delle emozioni
agli alchimisti degli ansiolitici
ma non sappiamo come arretrare
come cercare una stella schiarente
in pausa pranzo, sul planetario
di esatte isolate pendenze.

Ardore, senza di te la libertà
è un infinito pedinamento
di tagliagole e vigilanti,
un ospizio per naviganti
che non sanno più il mare.
Dobbiamo tornare a bussare
sull'alba delle tue foglie, sui tralci
dei tuoi fianchi dischiusi, sulle radici
silenziose che si muovono come volpi
dentro la tana del mezzogiorno,
dentro le guance dei morti
nella preghiera
dei tuberi insonni
dei ciclamini.

Dobbiamo tornare a bussare
al controverso sestante che ti sospinge,
dobbiamo ripresentarci al maniscalco
delle anime antiche, dentro ai fagotti
addormentati nella tormenta, vicino
alle bocche di salvataggio,
perché questo tempo sta divorando
gli operai della fertile luce, le bianche
strade non aggiornate, la brughiera
allevata nella fervida attesa,
l'amore non visionato.

Ardore, se abbiamo scordato
come invitarti, vienici
incontro una sera
d'aprile
con un innesco
per l'anima viva.

 Ivan Pozzoni - 03/02/2018 11:16:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Concordo!

 Klara Rubino - 03/02/2018 09:34:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Dal mio punto di vista e dal mio Ardore, questa poesia ha un elevato valore artistico e culturale.
È coinvolgente, trascinante.
Ottima!

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